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LA SIGNORA È DI PASSAGGIO
(LA PASSANTE DU SANS-SOUCI)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 10 febbraio 1983
 
di Jacques Rouffio, con Romy Schneider, Michel Piccoli, Mathieu Carrière, Maria Schell (Francia, 1981)
Perché ha ucciso l'ambasciatore del Paraguay? Spiegazioni alla moglie. L'emozione di questo film deriva esclusivamente dalla presenza di Romy Schneider. Non solo per le sue qualità di attrice, che non avevano bisogno di questa conferma, ma per le circostanze tragiche che fanno corona al film: la presenza nel film di un bambino della stessa età di quello che l'attrice aveva appena perso quando girò La passante, e la scomparsa dell'attrice stessa pochi mesi dopo. Per il resto, questa elaborazione del romanzo scritto da Joseph Kessel nel 1933 distilla una noia discreta quanto inesorabile.

Rouffio è un regista ormai sessantenne che ha sempre dichiarato di volersi mimetizzare dietro alla macchina da presa: proposito encomiabile, ma che non va preso troppo alla lettera. Qui i troppi soldi a disposizione (succede) gli permettono una laboriosa quanto accurata ricostruzione storica. Ma la sceneggiatura è di una pesantezza sconfortante, i personaggi invecchiano a vista d'occhio sotto le pennellate d'argento dei truccatori (ma come si fa a ricorrere ancora a questo tipo di procedimento ottocentesco?), le psicologie e i rapporti tra i personaggi sono a dir poco macchinosi. Una cinema forse professionale, ma soprattutto spaventosamente anonimo.


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